Trasfusioni di Plasma Iperimmune, Super Anticorpi Covid-19 o Sistema Immunitario da Perfezionare?

www.BioDiritti.org  by www.egm.it No Profit
Pubblicato il 30 aprile 2020
Nota della Redazione: Le informazioni sono tratte da fonti Bibliografiche Ufficiali indicate tramite Link di colore e/o sottolineato.
Dichiarazione: non esistono conflitti di interesse negli autori o nella Redazione.  

Covid-19 ha sconcertato e contraddetto alcuni scienziati che lo ritenevano all'inizio poco più di una semplice influenza. Alla data del 30.04.2020 risultano 3.090.445 casi confermati nel mondo dall'inizio dell'epidemia con 217.769 decessi. In Italia al 29.04.2020  casi confermati  203.591 con 27.682 decessi. (COVID-19 AGGIORNAMENTO MONDIALE OMS)  /  (COVID-19 AGGIORNAMENTO MONDIALE MINISTERO DELLA SALUTE ).
Covid-19 Si è dimostrata una malattia molto aggressiva, invasiva e sistemica. Comprenderne la furia potrebbe aiutare i medici in prima linea a curare le persone infette che si ammalano disperatamente e talvolta misteriosamente secondo un articolo molto completo pubblicato su Science 17.04.2020 che vi consigliamo di leggere. Nonostante gli oltre 1000 articoli che ora si riversano su riviste ogni settimana, un'immagine chiara è sfuggente, poiché il virus si comporta come nessun patogeno che l'umanità abbia mai visto. Sembra che il Virus renda complice il nostro sistema immunitario per aggredire e distruggere gli individui colpiti. Purtroppo la malattia è stata sottovalutata inizialmente, esponendo a rischi e morti da martiri migliaia di medici e personale ospedaliero e ospiti e personale nelle case di riposo di mezzo mondo. Una dimostrazione che finché i concetti errati rimangono nel dominio della scienza pura, il pericolo di produrre danni gravi è minimo. Quando invece si tenta di trasferire una scienza pura, che contiene gravi errori, in scienza applicata da medici, ospedali e Comitati Scientifici, i risultati possono essere disastrosi. Dalle conoscenze attuali si è capito che il virus che provoca la Covid-19 non attacca solo polmoni e cuore. L’infezione, come un tornado colpisce l’intero organismo, vasi sanguigni, reni, intestino, occhi e cervello. Il virus agisce in modo diverso da qualsiasi altro mai visto finora. Entrando nella gola e nel naso,  ‘manomette una cellula’ facendo miriadi di copie di se stesso per invadere altre cellule. Quando il virus si moltiplica, una persona contagiata può diffonderlo, rimanendo asintomatica, possibilità esclusa inizialmente dai Comitati Scientifici; oppure può iniziare ad avere febbre, tosse secca, mal di gola, perdita di gusto e olfatto, dolori al corpo e alla testa. Se il sistema immunitario non riesce a respingerlo in questa fase iniziale, può attaccare i polmoni causando la polmonite e le cose possono peggiorare all’improvviso con una sindrome da stress respiratorio acuto, dove i livelli di ossigeno nel sangue crollano e respirare diventa sempre più difficile, portando spesso alla morte. Alcuni pensano che a guidare questo percorso sia una eccessiva reazione del sistema immunitario, chiamata ‘tempesta di citochine‘, una risposta immunitaria sana, ma che in questo caso impazzisce con un attacco esagerato e oltre il necessario. I vasi sanguigni iniziano così ad avere perdite, la pressione cala, si formano dei coaguli e si può avere un collasso dell’organo.


ANTICORPI NEL SANGUE DA COVID-19

Mike Ryan OMSjpg

Mike Joseph Ryan (Reuters 17.04.2020) massimo esperto di emergenze dell'Organizzazione Mondiale della Sanità informa che non ci sono documentate evidenze scientifiche che la presenza di anticorpi nel sangue da Covid-19 impedisca di esserne contagiati nuovamente. Nessuno può, anche dopo test che dimostra la presenza di anticorpi, avere una sorta di patente di Immunità al Covid-19. Circostanza che mette in dubbio anche l’efficacia di un futuro vaccino, il cui funzionamento generalmente si basa proprio sull’immunizzazione di una grossa fetta della popolazione, la quale impedisce alla malattia di diffondersi ulteriormente.
Nel frattempo sono molte le cure sperimentali Covid-19 autorizzate in Italia anche per il cosiddetto uso compassionevole. Qui il link per vedere le cure sperimentali aggiornate in tempo reale da Covid-19 AIFA e Covid-19 LANCET by NBST.


IL PLASMA IPERIMMUNE

La terapia di plasma iperimmune o plasma dei convalescenti è una terapia immunomodulante, profondamente diversa da un vaccino. Il vaccino determina una immunizzazione attiva, che stimola l’organismo a produrre anticorpi specifici contro una determinata malattia. Con il Plasma iperimmune, si realizza una immunizzazione passiva con gli anticorpi presenti nel plasma trasfuso di un altro malato che ha superato la malattia da Covid-19. Alla data odierna, nonostante l'utilizzo sperimentale in Trial Clinici autorizzati anche in Italia, l’utilizzo del plasma Iperimmune è  appena all’inizio, e non ci sono indicazioni neppure sull’ipotesi che le immunoglobuline suscitate dal Covid-19 diano effettivamente un’immunità né certezza dei tempi di eventuale durata dell'immunizzazione. 

Liumbruno e Marchio CNSjpg

Avis 19.02.2020 Articolo in cui si legge: "Le trasfusioni di Plasma Iperimmune (convalescente)  già sperimentate nel 2016 per debellare Ebola, come ha spiegato il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Liumbruno", «si tratta di terapie empiriche che ogni tanto vengono riproposte non tanto a livello sperimentale, ma proprio perché non si sa bene in quale direzione muoversi». "Quello su cui punta l’attenzione Liumbruno è l’impossibilità di considerare definitivo un intervento simile:" «Le limitazioni sono molte ed è anche piuttosto scarsa l’evidenza dei risultati. È vero che i pazienti guariti, in questo caso da coronavirus, hanno sviluppato anticorpi specifici, ma è altrettanto vero che il loro plasma potrebbe riportare valori non proprio ottimali per una somministrazione, motivo per cui non si può considerare come una terapia efficace per qualsiasi tipo di infezione».

27/03/2020 Centro Nazionale Sangue  - Secondo quanto pubblicato c'é un "Protocollo sperimentale per trattare i pazienti affetti da Covid-19 con il plasma iperimmune dei pazienti guariti. Il prelievo del plasma, tramite procedimento di plasmaferesi, da un gruppo di pazienti COVID-19 donatori, la cui guarigione sia accertata da due tamponi negativi effettuati in due giorni consecutivi. Tali donatori hanno quindi sviluppato degli anticorpi contro il virus Sars-CoV-2. Il loro plasma verrà quindi infuso in una serie di pazienti sintomatici tra quelli ricoverati in terapia intensiva. I singoli pazienti verranno sottoposti ad un massimo di tre trasfusioni in 5 giorni di circa 250-300 ml di plasma."

Visto che alcuni articoli hanno documentato che nel Covid-19 si possono formare dei coaguli nel microcircolo, ci siamo ricordati che Biodiritti.org ha pubblicato il 05.02.2020 un caso di una paziente che, per motivazioni religiose, richiese di partecipare a varie plasmaferesi reinfondendo solo il Criosurnatante, una frazione del Plasma deprivato del Crioprecipitato. Il caso fu risolto positivamente nell'Ematologia dell'Ospedale San Donato di Arezzo. Nell'articolo si parla che quella ultrarara patologia - morbo di Moschcowitz (aTTP) - può causare anche un'estesa formazione di coaguli in piccoli vasi sanguigni periferici presenti in tutto il corpo. Ve ne suggeriamo la lettura. Abbiamo quindi posto un quesito al Centro Nazionale Sangue, dell'Istituto Superiore di Sanità informandoli che: "ci sono pazienti che rifiutano il plasma intero ma potrebbero accettare la terapia di Siero convalescente Covid-19, quindi non Plasma Intero ma privato di alcune parti (forse Fibrinogeno, fattore VIII, fattore V e protrombina). Se avete delle info aggiornate da pubblicare nelle nostre testate sulle procedure utilizzate in Italia per le trasfusioni di Plasma Iperimmune o Siero vi saremo grati di allegarle. Se sono disponibili vorremo inoltre info aggiornate sullo stato di avanzamento per l'utilizzo di una terapia a base di anticorpi monoclonali biotecnologici, che viene riferita da alcune Società Farmaceutiche e Scientifiche come una valida alternativa all’uso di plasma fresco di convalescenti." In data 29.04.2020:  il Dott.Pier David Malloni ISS ha risposto: " Le scrivo in merito alla sua richiesta di chiarimenti sul plasma iperimmune. L’utilizzo del plasma è al momento soltanto oggetto di trial clinici, peraltro appena all’inizio, e non ci sono indicazioni neppure sull’ipotesi che le immunoglobuline suscitate dal Covid-19 diano effettivamente un’immunità. Non è pertanto ancora possibile rispondere alle sue domande."

Il Dott. Enrico Rossi Presidente della Regione Toscana in data 06.04.2020 da Pisa annuncia il via libera alla sperimentazione della terapia sui malati critici col plasma dei pazienti guariti. Abbiamo posto la stessa domanda, su suggerimento del CNS, al Centro Trasfusionale di Pisa che  il 29.04.2020 ha confermato telefonicamente che trasfondono ai pazienti sottoposti al trial Clinico Plasma Intero Iperimmune Covid-19. 

Non escludiamo che, a richiesta di pazienti per motivazioni religiose o mediche, possa essere incluso nel Trial Clinico la trasfusione del Plasma Covid-19 deprivato del Crioprecipitato che contiene i fattori della coagulazione e rimane solo Criosurnatante. Da ricordare che è in corso la sperimentazione proprio nel Covid-19 dell'Eparina (principio attivo anticoagulante). 

The Journal of Clinical Investigationpng

The Journal of Clinical Investigation 13.03.2020 contiene un articolo su Terapia da Plasma Iperimmune. Abstract"La terapia con anticorpi passivi, prevede la somministrazione di anticorpi contro un determinato agente a un individuo allo scopo di prevenire o curare una malattia infettiva dovuta a tale agente. Al contrario, la vaccinazione attiva richiede l'induzione di una risposta immunitaria che richiede tempo per svilupparsi e varia a seconda del destinatario del vaccino. Pertanto, la somministrazione di anticorpi passivi è l'unico mezzo per fornire l'immunità immediata alle persone. La terapia con anticorpi passivi risale al 1890 ed era l'unico mezzo per trattare alcune malattie infettive prima dello sviluppo della terapia antimicrobica negli anni '40".... L'efficacia di questi approcci non è nota...."

SUPER ANTICORPI BIOTECNOLOGICI

Dallo screening degli anticorpi presenti nel plasma di centinaia di pazienti guariti dall’infezione, sarà possibile selezionare, tra decine di migliaia, quelli ‘super’ potenti, capaci di rendere innocuo il virus. Saranno così messe a punto terapie mirate ed efficaci, da utilizzare nei pazienti contagiati, ma anche a scopo preventivo in tutti i soggetti ad alto rischio di infezione, come gli operatori sanitari. Isolare e clonare gli anticorpi contro la COVID-19 è un'operazione con l'obiettivo di un trattamento che possa contenere i danni nei mesi che ci separano da un vaccino efficace. In grado di dare migliori e più selezionati risultati rispetto alle semplici infusioni di plasma derivato dai guariti di Covid-19. Riuscirebbe inoltre a soddisfare molte più richieste rispetto all'utilizzo del plasma iperimmune. Non ci sono evidenze scientifiche attuali che le immunoglobuline suscitate dal Covid-19 diano effettivamente un’immunità né certezza dei tempi di eventuale durata dell'immunizzazione.

giuseppe-ippolito e rappuolijpg

Il Sars-cov2 era appena arrivato a Codogno, quando Rino Rappuoli come si legge su  AboutPharma del 26.03.2020, pioniere nel campo dei vaccini e direttore scientifico e responsabile della attività di ricerca e sviluppo esterna presso GlaxoSmi­thKline Vaccines a Siena, nonché Principal Investigator del progetto ERC vAMRes (vaccines as a remedy against Anti-Microbial Resistance) presso la Fondazione Toscana Life Sciences (TLS), scrisse al suo team vAMRes per riconvertire quasi tutto il laboratorio e spostare la ricerca verso anticorpi monoclonali umani utili contro la Covid-19. È nato così il progetto di ricerca di Fondazione Tls e l’Ospedale Spallanzani INMI, con l’intento di utilizzare gli anticorpi monoclonali a scopo profilattico/terapeutico e come esca molecolare per la ricerca di antigeni per lo sviluppo di vaccini per la Covid-19. Per Giuseppe Ippolito 26.03.2020, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, una terapia a base di anticorpi monoclonali biotecnologici è una valida alternativa all’uso di plasma fresco di convalescenti. “L’approccio con l’isolamento delle cellule B dà enormi vantaggi rispetto all’infusione di materiale umano diretto” spiega Ippolito. “Per esempio permette di sapere cosa si dà ai pazienti e in che quantità."

Amgen  Adaptivejpg

4 aprile 2020 Amgen in prima linea nella sfida al Coronavirus, grazie all’accordo con Adaptive Biotechnologies, ha avviato una ricerca per lo sviluppo di anticorpi monoclonali specifici per la cura di infezioni da Covid-19.  – Pallottole intelligenti per attaccare in modo diretto e specifico il virus, grazie agli anticorpi prodotti contro SARS-CoV-2 dai pazienti guariti, che hanno nel loro plasma la “chiave” per sconfiggere il virus. Per avere una cura efficace e mirata serve identificare e utilizzare solo i “super” anticorpi, quelli davvero specifici, i soli in grado di difendere l’organismo durante l’invasione del virus. Individuarli e renderli disponibili come primi farmaci su misura anti-Covid-19, è l’obiettivo della partnership appena annunciata fra Amgen, leader nelle biotecnologie, e Adaptive Biotechnologies, azienda con una specifica competenza in immunoterapia.

Kamada e Kedrionjpg

27.04.2020 Rehovot (Israele) e Castelvecchio Pascoli (Italia) - Kamada Ltd. (NASDAQ & TASE: KMDA) e Kedrion Biopharma, importanti aziende biofarmaceutiche specializzate in terapie plasma-derivate, hanno annunciato una collaborazione di respiro globale per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di un’Immunoglobulina policlonale umana (IgG) plasma-derivata Anti-SARs-COV-2 (COVID-19), come potenziale trattamento per pazienti con Coronavirus. 

Queste sono solo una parte dell'Industrie Farmaceutiche impegnate in ricerche Covid-19. È doveroso sottolineare come non vi sia la certezza che lo sviluppo e la produzione di un’Immunoglobulina Anti-SARs-COV-2, delle varie Industrie Farmaceutiche avverrà nei tempi sperati e che risulterà una terapia sicura, efficace e che possa essere autorizzata contro il COVID-19.

IL SISTEMA IMMUNITARIO LA VERA SOLUZIONE

Il nostro organismo è dotato di un efficiente sistema di difesa dagli agenti estranei all’organismo: si tratta del sistema immunitario, composto da cellule diverse, ognuna con funzioni specifiche, e molecole circolanti che lavorano insieme per riconoscere ed eliminare gli agenti estranei all’organismo come batteri, parassiti, funghi e virus ma anche cellule infettate da agenti patogeni e cellule tumorali. È il Sistema Immunitario, che aiuta il nostro organismo a mantenersi sano e rilevare, per difenderci in maniera adeguata, un'ampia varietà di agenti patogeni, noti e nuovi, dai virus agli elminti e distinguerli dal proprio tessuto sano dell'organismo. Le nostre difese immunitarie sono naturalmente vigili e pronte ad intervenire in caso di emergenza, mettendo in pratica le necessarie contromisure per difendere l’organismo e mantenerlo sano. Il sistema immunitario che si attiva può essere quello innato o adattativo; purtroppo il miglior alleato del Virus che causa la Covid-19 sembra sia il nostro sistema immunitario stesso, che per qualche motivo reagisce all'invasione del virus in modo esagerato con una tempesta di citochine, una reazione immunitaria potenzialmente fatale.  

hans_kristian_kotlarjpg

Il Dott. Hans Kristian Kotlar, è un biotecnologo che iniziò la sua carriera di ricercatore nel 1978 presso l’ospedale Radium, un centro di ricerca norvegese dove si dedicò allo studio del cancro e del sistema immunitario. Spiega in modo semplice il Sistema Immunitario a Svegliatevi (febbraio 2014) articolo che vi suggeriamo di leggere integralmente: Il Dott. Hans Kristian Kotlar afferma "Il sistema immunitario è costituito da un impressionante insieme di strutture e meccanismi concepiti per difenderci da una vasta gamma di agenti patogeni, fra cui batteri e virus. Questi meccanismi, a loro volta, possono essere suddivisi in due sistemi complementari. Il primo si mobilita per attaccare invasori nel giro di alcune ore. Il secondo si attiva solo dopo vari giorni, ma colpisce il nemico in maniera mirata. Inoltre questo secondo sistema ha una buona memoria e se un invasore si ripresenta anche dopo diversi anni dal primo attacco, viene contrastato immediatamente. Nel complesso il sistema funziona così bene che spesso non ci rendiamo neanche conto di essere stati infettati ed efficacemente difesi. È anche sorprendente come il sistema immunitario riesca a distinguere le sostanze estranee dalle centinaia di diversi tipi di cellule che fanno parte del corpo. Gli intrusi si infiltrano attraverso le vie respiratorie, il cibo, il tratto urogenitale o le lacerazioni cutanee. Quando il sistema immunitario rileva la presenza di un intruso dà il via a una serie di reazioni che chiamano in causa decine di proteine specializzate. Ogni componente della catena attiva il successivo, intensificando così il contrattacco. È un processo davvero sbalorditivo."

L'esperienza del Covid-19 ci ricorda che quando si tenta di trasferire una scienza pura, che contiene gravi errori, in scienza applicata da Medici, Ospedali e Comitati Scientifici che orientano Autorità, i risultati possono essere disastrosi. Il Dott. Hans Kristian Kotlar è credente in Dio e basa la sua speranza nel futuro nella promessa di Isaia 33:24 che dall'Edizione della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) recita:"Nessuno degli abitanti dirà:«Io sono malato»". Ripristinando in maniera  perfetta il funzionamento del nostro Sistema Immunitario questa promessa o speranza potrebbe realizzarsi. 

Le domande che ci poniamo e vi poniamo: 

"È Il sistema immunitario la soluzione alle malattie ed epidemie? Questa complessa rete integrata di mediatori chimici e cellulari, di strutture e processi biologici, si è sviluppata come prodotto casuale dell'evoluzione, o è stata creata per difendere l'organismo da qualsiasi forma di insulto chimico, traumatico o infettivo? 

Chi potrà far funzionare correttamente il Sistema  Immunitario? 

Quando? Aspettiamo l'evoluzione che, a detta di chi la sostiene, potrebbe impiegarci secoli? Sopravvivrà l'umanità nel frattempo? Ci salverà il Metodo Scientifico, che celebra i suoi trionfi sulle rovine delle sue sconfitte quando idee un tempo accettate vengono accantonate per far posto a idee nuove ritenute più vicine alla realtà? È giustificata la fede cieca nell'Attuale Conoscenza Scientifica, visto che viene costruita e demolita sulle macerie continue delle precedenti 'verità'? Aspettiamo prossimi Comitati Scientifici che regolino le Autorità e la nostra vita ma che non siano in conflitto di interesse di Società Farmaceutiche Multinazionali, Cordate Politiche o parte di un mondo diviso e scientificamente in contraddizione? 

O dovremo come il Dott. Hans Kristian Kotlas contribuire al progresso, curarci, ma senza fede cieca nella Scienza, confidando che il Creatore stesso del Sistema Immunitario possa metterci le mani e renderlo di nuovo perfetto per garantire che "Nessuno degli abitanti dirà:«Io sono malato»?".

Lasciamo ad ogni lettore la propria Speranza su cui confidare. 

Fonti Bibliografiche:

- Centro Nazionale Sangue
www.biodiritti.org No Profit
www.egm.it No Profit
https://unric.org/it/  Onu
www.onuitalia.it/  Onu Italia
www.who.int/ Oms
www.fao.org/ Fao
www.aifa.gov.it/ Agenzia Italiana del Farmaco
www.salute.gov.it/  Ministero della Salute
www.iss.it/ Istituto Superiore Sanità
www.nbst.it/ Network Bibliotecario Toscano
www.jw.org Ente Morale Religioso