DOTT. SERGIO FUCCI

In magistratura dal 1978 al 2007; da ultimo con funzioni di Consigliere presso la Corte di Appello di Milano; collocato a riposo con il titolo onorifico di Presidente Onorario Corte di Cassazione. Attualmente Professore a contratto di Bioetica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insubria. Giudice presso la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, sede di Milano. Vice Presidente del Comitato per l’Etica di fine vita – CEF - con sede in Milano. Giornalista pubblicista dal 1993. Studioso della bioetica e della problematica inerente la legislazione e la responsabilità civile, penale e deontologica del medico e dell’infermiere; autore di saggi e collaboratore di riviste dirette ai medici e agli infermieri per le problematiche giuridiche e etico-legali delle professioni sanitarie. Relatore in numerosi congressi e convegni sulla legislazione sanitaria, responsabilità professionale del medico e dell’infermiere, sulla cartella clinica, sul consenso informato, sul segreto professionale, sulla privacy in campo sanitario e sulla gestione del rischio clinico. Una delle figure Professionali che ha collaborato fin dal 1° Seminario ad Arezzo del 5.02.2000 sul rifiuto di trattamenti salvavita. (Coscienza, medicina e alternative al sangue. Attualità in tema di rifiuto dell'emotrasfusione).

Un doveroso ringraziamento al Dott. Sergio Fucci che con una coscienza etica, giuridica e deontologica ha sostenuto i rifiuti informati, anche con direttive anticipate. Ha favorito il rifiuto informato come quello delle Emotrasfusioni per motivi di Fede nelle Sacre Scritture dei Testimoni di Geova. Ha consentito il progressivo riconoscimento dei BioDiritti avvalorati dalla BioEtica più attuale come le DAT (Disposizione Anticipata di Trattamento) comunemente definite "testamento biologico" o "biotestamento", regolamentate dall’art. 4 della Legge 219 del 22 dicembre 2017, entrata in vigore il 31 gennaio 2018. Utile a Medici e Malati quando non siamo più in grado di riconfermare la nostra volontà, già precedentemente espressa in condizioni di lucidità, su cure rifiutate come trattamenti salvavita o per malattie che costringano a trattamenti o accanimenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una sia pur minima vita di relazione.