4° Seminario “Coscienza, medicina e alternative al sangue

       Attualità in tema di rifiuto emotrasfusionale”

Presidio Zona Valdichiana 
Sabato 11 marzo 2000 ore 8,30 - Sala Riunioni
Via G. Maffei, 22 - Ospedale di Cortona – Ar

Dott. Leonardo Felici 

Dirigente Ortopedia Valdichiana

"ESPERIENZE DI COLLABORAZIONE TRA LA U.O. DI ORTOPEDIA DI CAST. FIORENTINO E IL COMITATO DI ASSISTENZA SANITARIA DEI TESTIMONI DI GEOVA PER RISPETTARE IL RIFIUTO EMOTRASFUSIONALE ESPRESSO DALLA PERSONA E SUGGERIRE LE MIGLIORI TECNICHE ALTERNATIVE ANCHE SE DISPONIBILI IN ALTRI PRESIDI".

L'Unità Operativa di ortopedia e traumatologia dell'ospedale di Castiglion Fiorentino, nell'ambito della collaborazione con il Comitato di Assistenza dei Testimoni di Geova, ha dato segno di sensibilizzazione e di attenzione alle problematiche etico-religiose che si vengono a determinare in occasione dei ricoveri ospedalieri dei seguaci che professino tale religione. 
Io personalmente ho avuto modo di conoscere proprio il presidente del Comitato di Assistenza dei Testimoni di Geova nella persona del dott. Mencattini, in occasione di due ricoveri riguardanti altrettanti testimoni e avvenuti presso il reparto ortopedico di Castiglion Fiorentino dove lavoro. 
E' stato proprio in occasione di tali circostanze che si può dire sia iniziata ed attuata questa importante collaborazione. 
Nel primo ricovero si doveva trattare un giovane uomo che a causa di evento traumatico sul lavoro aveva riportato frattura di entrambe le gambe. 
Il tipo e la sede di tali lesioni avrebbe potuto imporre un trattamento chirurgico abbastanza cruento con esposizione di entrambi i focolai di frattura per l'applicazione di placche e viti e conseguentemente perdita di sangue. 
Fortunatamente la chirurgia ortopedica e soprattutto traumatologica consente un'ampia variabilità di metodiche e trattamenti. 
Il trattamento chirurgico prescelto nell'occasione, nell'ambito della collaborazione di cui sopra, fu preventivamente discusso, spiegato ed alla fine come "concordato. 
Le fratture vennero trattate in una unica seduta operatoria mediante l'introduzione di due chiodi endomidollari nella tibia di destra e sinistra senza aprire i focolai di frattura e quindi senza perdita di sangue. 
Entrando nel merito posiamo allora dire che in questo caso il chirurgo ortopedico nel sottoporre ad intervento cruento un testimone di Geova si è impegnato a trovare, chirurgicamente parlando, la soluzione più idonea e "giusta" per quel tipo di paziente in uno spirito di collaborazione e di consenso informato. 
Ma può altresì verificarsi che la patologia ed il paziente abbiano una complessità e gravità tali da non consentire o meglio garantire per circostanze magari legate proprio all'organizzazione di quell'ospedale o struttura sanitaria, un trattamento chirurgico "adatto" ad un testimone di Geova. 
E fu proprio in occasione del secondo ricovero che si verificarono tali circostanze. 
Si trattava infatti di una paziente anziana affetta da frattura del collo femorale. 
L'intervento chirurgico di artroprotesi totale di anca che il tipodi frattura imponeva, potendosi tranquillamente effettuare presso la divisione ortopedica di Castiglion Fiorentino dove la paziente si trovava ricoverata, avrebbe però sicuramente richiesto per la perdita di sangue una o più trasfusioni successive. 
Non disponendo la sala operatoria dell'ospedale di Castiglion Fiorentino di una macchina a "ciclo chiuso" per il recupero sangue, venne contattato un altro presidio ospedaliero della provincia attrezzato allo scopo dove la paziente fu poi trasferita ed operata. 
Questo secondo caso clinico è esemplificativo di come questa collaborazione possa estendersi e a tal punto da consigliare ed indirizzare i pazienti testimoni di Geova in altra struttura sanitaria idonea dove cioè si potranno effettuare e garantire interventi chirurgici nel rispetto dei loro principi e credo religioso.

Dott. Leonardo Felici