Ridurre Trasfusioni in Cardiochirurgia. Studio Università Zurigo Pubblicato in The Lancet -

Lo studio
I ricercatori – guidati dal Prof. Donat R. Spahn dell’Università di Zurigo hanno pubblicato uno studio che ha coinvolto 253 pazienti affetti da anemia (emoglobina inferiore a 12,0 g/dL nelle donne a 13,0 g/dL negli uomini)  e 252 pazienti con insufficienza di ferro (con un livello di ferritina inferiore a 100 ug/L). 

Il giorno prima dell’intervento i pazienti hanno ricevuto o il placebo o una combinazione di un’infusione lenta di 20 mg / kg di carbossimaltosio ferrico, 40.000 U di eritropoietina alfa somministrata per via sottocutanea,1 mg di vitamina B12 somministrata per via sottocutanea e 5 mg di acido folico per via orale.

Durante i primi sette giorni successivi all’intervento, i pazienti che hanno ricevuto solo il placebo avevano bisogno di una singola trasfusione di globuli rossi. mentre
i pazienti trattati non ne hanno avuto bisognoRisultavano maggiori valori  di emoglobina,  reticolociti e un più alto contenuto di emoglobina reticolocitaria nei sette giorni successivi al trattamento.

I pazienti trattati richiedevano un numero significativamente inferiore di trasfusioni di sangue fino a 90 giorni dopo l’intervento.  Eventi avversi gravi sono stati riportati dal 30% dei soggetti del gruppo di trattamento e dal 33% del gruppo placebo.

Un trattamento efficace anche se somministrato 1 giorno prima dell’intervento.
In molti pazienti la carenza di ferro o l’anemia non sono né valutati né trattati.  I medici ritengono che il trattamento dovrebbe iniziare settimane prima dell’intervento chirurgico, spiega il Prof. Spahn. “È una sfida logistica controllare emoglobina e lo stato del ferro di tutti i pazienti il più presto possibile prima della procedura, a quel punto il paziente potrebbe non essere ancora in ospedale. L’interesse del nostro approccio è proprio questo: il paziente può essere trattato uno o due giorni prima dell’intervento chirurgico. In quel momento molti pazienti che necessitano di un intervento chirurgico cardiaco relativamente urgente sono già ospedalizzati, quindi il trattamento non è difficile. Un trattamento più precoce è ovviamente preferibile, perché permette di aumentare realmente il livello di emoglobina fino ad arrivare a livelli normali prima dell’operazione”.

Fonte: Lancet 2019 - 14 MAG - (Reuters Health)
http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=73953