ANNA 16 anni Testimone di Geova. Ansia e Sorriso. Intervista

05.11.2023 - Tempo di lettura: 6 minuti www.egm.it no profit by www.biodiritti.org - link d'invito per leggere in Telegram altri articoli di divulgazione Scientifica di Biodiritti by Egm.it No Profit

È possibile che in maniera subdola i giovani possano subire pressioni da pregiudizi e discriminazioni da compagni e insegnanti anche nei nostri paesi occidentali? Succede anche in Italia a giovani Testimoni di Geova? Intervista ad ANNA.

In quest'articolo parliamo dei pregiudizi e discriminazioni religiose. Una delle religioni ad OGGI perseguitata e discriminata in Russia e altre 33 nazioni del mondo è quella dei Testimoni di Geova anche per la loro neutralità. Purtroppo sono stati anche oggetto di vari attentati e uccisioni. Anche di recente in India (fonte Asia News 30.10.2023) e pochi mesi fa ad Amburgo (fonte Biodiritti.org 24.03.2023). Sostenere coloro che sono discriminati, per motivi come dislessia, DSA e appartenenze religiose di minoranza, è difendere i diritti di tutti. Le nostre leggi  vantano il diritto di professare liberamente qualsiasi minoranza religiosa, come libero dev'essere entrarvi e uscirne. Oggi i pregiudizi, si trasformano prima in indifferenza, poi odio e disprezzo. I diritti umani di tutti sono a rischio. Comunichiamo liberamente qualsiasi abuso. Il silenzio è complice e ci fa precipitare su discriminazioni e persecuzioni etniche e religiose di cui la storia e l'attualità è purtroppo triste testimone. È possibile che in maniera subdola i giovani possano subire pressioni da pregiudizi e discriminazioni da compagni e insegnanti anche nei nostri paesi occidentali? Alcuni insegnanti possono essere indebitamente influenzati dalle lamentele di alcuni giovani che accusano le regole religiose e familiari abbandonate, per vivere una vita moralmente più libera?

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“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. — Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo

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L’umanità continua a essere piagata da pregiudizi (enciclopedia Treccani) e discriminazioni che colpiscono in profondità anche i giovani studenti di culture e religioni diverse dalla maggioranza. Il pregiudizio può essere paragonato a un virus. Infetta le sue vittime senza che queste necessariamente se ne accorgano. Molti governi emanano leggi per combattere le molte forme di pregiudizio, ma senza successo. Perché? Perché queste leggi possono influire soltanto sulle azioni delle persone, non sui loro pensieri e i loro sentimenti. Il pregiudizio nasce proprio nella mente e nel cuore. Il pregiudizio induce le persone a distorcere, interpretare male o addirittura ignorare i fatti che non collimano con le loro opinioni preconcette. 

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Soprattutto sconvolgente è la facilità con cui anche insegnanti nei paesi cosiddetti liberi sembrano scivolare nel pregiudizio. Nessuno vuole essere SOLO tollerato; Tutti desideriamo essere trattati con dignità e spirito di fratellanza, come recita la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Nella convinzione di strappare i giovani all'influenza di famiglie appartenenti a minoranze religiose, alcuni insegnanti possono cadere nel pregiudizio facendo subire indebite pressioni su giovani di culture e religioni diverse invece di capirli e difenderli. 

Abbiamo intervistato Anna * (il nome potrebbe essere stato cambiato), una giovanissima studente di 16 anni, per sapere che tipo di pressioni ha subito a scuola e come le ha affrontate.

BioDiritti: Quanti anni hai e quale scuola stai frequentando?

Anna: Ho 16 anni e sto frequentando la terza liceo scientifico

BioDiritti: A quale età hai deciso di aderire ai dettami dei Testimoni di Geova? 
Anna: Avevo 13 anni quando mi sono battezzata pubblicamente come Testimone di Geova

BioDiritti: Prima o poi quasi ogni studente deve fare i conti con insegnanti che potrebbero far pesare i propri preconcetti discriminanti per situazioni a loro conoscenza, vere o presunte tali, che sembrano confermare le loro idee. In tali circostanze alcuni studenti potrebbero essere ingiustamente mal capiti e discriminati se non seguono modelli o programmi contrari alla propria fede. A te Anna è capitato? 

Anna: "Anche a me è capitato. In particolare ad una insegnante risultava difficile capire la mia serenità, vivendo con regole religiose e familiari che altri giovani ritenevano troppo rigide. Ho cercato di essere gentile quando mi rivolgo a lei e a tutti gli insegnanti. Non ho mai perso il sorriso e mai risposto a tono, anche se pensavo che alcune volte se lo meritassero. Ho sempre ricordato che io sono la studente e loro gli insegnanti, quindi è normale che tra noi non ci sia un rapporto di eccessiva confidenza. Quando ho iniziato la prima superiore decisi di partecipare al corso di pianoforte pomeridiano che proponeva la scuola, ma una volta iniziato il corso il professore di musica espose il programma, e vidi che la maggioranza dei brani erano canti di chiesa o canzoni in contrasto con la mia Fede Religiosa."

BioDiritti: A quel punto cosa hai deciso di fare? 

Anna: Ne parlai con la mia famiglia convinta che i miei genitori desiderano il meglio per me e vogliono che riesca bene a scuola. Alla lezione seguente parlai con il professore spiegandogli la situazione: gli dissi che preferivo evitare di suonare quei tipi di brani ma che potevo fare gli altri. Lui mi disse che non capiva il motivo, ma che ci avrebbe pensato.  

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Biodiritti: Tutto risolto? 

Anna: Non proprio. Il giorno dopo mi chiamò la preside nel suo ufficio e mi disse che se non fossi stata disposta a suonare tutti i brani, allora sarei uscita dal corso pomeridiano di pianoforte. Così ho rinunciato al corso, ma anche dopo il professore continuava a proporre quei brani nelle sue ore scolastiche la mattina e cercava di convincermi a fare i cori di Natale o festività Religiose in contrasto con la mia fede. 

BioDiritti: I tuoi compagni come reagivano a queste situazioni? 

Anna:  Ogni volta che succedevano queste cose i miei compagni mi chiedevano "Perché non fai questa canzone?" oppure "come è andata con il Professore? Cosa ti ha detto?" Alcuni mi proposero anche di andare a parlare tutti insieme dal professore, che anche loro non erano d'accordo con questo modo del Professore di imporre brani che non volevo fare. Quindi, mi sono sentita sostenuta dai miei compagni. Ogni ostacolo che mi si presentava davanti si trasformava, per così dire, in un vantaggio, perché avevo modo di comunicare liberamente sentimenti, riflessioni e la mia fede ai miei compagni. 

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BioDiritti: Come hai risolto il problema del coro di Natale? 

Anna: Riguardo al coro di Natale fui decisa a rifiutare di cantare i brani. Il professore non sapeva cosa avrei potuto fare durante il concerto, quindi chiese consiglio ad una professoressa, la quale mi propose di scrivere un articolo su quella giornata, includendo la scaletta dell'evento e i brani presentati. Mi impegnai per scrivere quell'articolo e alla fine mi lodarono, sia il professore che la professoressa, per il mio impegno, e inserirono l'articolo nel sito della scuola. canti-di-natale-2jpg

BioDiritti: Ti vediamo molto gioiosa, serena e con uno splendido sorriso. Spiegaci come ci sei riuscita.

Anna: Questa situazione ricorrente mi faceva provare ansia e stress, ma mi è stata di aiuto la preghiera. Ho visto avverarsi le parole di Filippesi 4:6,7, che in parte dice: "La pace di Dio che è al di là di ogni comprensione custodirà il vostro cuore e le vostre facoltà mentali." Ho sempre cercato di avere un atteggiamento rispettoso e garbato nei confronti di tutti gli insegnanti. Tanto che l'anno scorso il professore di pianoforte iniziò a farmi delle domande su cosa cantavamo noi Testimoni di Geova. Gli portai il libro Cantiamo a Geova con gioia, e mi chiese di esporlo alla classe facendo ascoltare alcuni cantici e spiegando le differenze con i canti di chiesa. Fu un successo perché anche i giorni dopo, i miei compagni mi domandavano chi è Geova, come funzionano le nostre adunanze, e anche adesso questa esperienza mi permette di comunicare liberamente con loro la mia fede e speranza. 

BioDiritti: È stato facile? 

Anna: Non è stato facile ma ho visto il beneficio di mettere in pratica i principi che ho imparato, grazie anche all’educazione ricevuta dai miei genitori. Anche mio fratello che ha tre anni più di me, mi ha sempre sostenuto nel mantenere la mia posizione di neutralità verso canzoni e musiche in contrasto con la mia fede. Tutta la mia famiglia mi è stata vicina, mi hanno aiutato a prendere delle decisioni giuste grazie alle mie convinzioni basate sulla Bibbia. Continuo a vedere Geova vicino a me in tutte le mie circostanze. Queste situazioni mi hanno aiutato anche a vedere queste sfide non come prove da affrontare, ma piuttosto come un'occasione per dare onore al Creatore, farlo conoscere meglio a più persone possibili.

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