FAME E POVERTÀ ZERO 2030?

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Pubblicato il 26 aprile 2021
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“In Italia la popolazione a rischio di povertà era di 18.136.663 di persone nel 2018 secondo l'ISTAT, dato pubblicato PRIMA DEL COVID-19." Chi potrà garantire ai miliardi di persone che soffrono l'Obiettivo ONU: FAME E POVERTÀ ZERO 2030?

Ogni giorno centinaia di milioni di persone non mangiano abbastanza da placare la fame. Eppure, stando alle Nazioni Unite, questa situazione agghiacciante non dovrebbe esistere. L’8 settembre 2000 a un’assemblea ONU sono intervenuti gli uomini più potenti del mondo. Si erano riuniti in occasione del summit del Millennio delle Nazioni Unite, nel corso del quale diversi leader si sono espressi con franchezza sui problemi dei poveri. Hanno dichiarato fra l'altro: “Noi non risparmieremo i nostri sforzi per liberare i nostri simili, uomini, donne e bambini, dalla abietta e disumanizzante condizione della povertà estrema, alla quale sono attualmente soggetti oltre un miliardo di esseri umani. . . . Decidiamo inoltre: di dimezzare, entro l’anno 2015, la percentuale della popolazione mondiale il cui reddito è inferiore a un dollaro al giorno e la percentuale di persone che soffrono la fame”. Questi interventi hanno evidenziato il disonore di cui le nazioni si sono coperte non facendo quello che era in loro potere per provvedere cibo alle persone che muoiono di fame.

“In Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 30% (18.136.663 individui), in aumento nel 2018, prima del COVID-19, rispetto all’anno precedente” secondo il rapporto  ISTAT del 2018.

COVID-19 rappresenta una vera sfida all'obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di porre fine alla povertà entro il 2030. La povertà globale STA AUMENTANDO. Tale aumento potrebbe rappresentare un'inversione di circa un decennio nel progresso mondiale nella riduzione della povertà.

In alcune regioni gli impatti negativi potrebbero portare a livelli di povertà simili a quelli registrati 30 anni fa. Nello scenario più estremo di una contrazione del reddito o dei consumi del 20%, il numero di persone che vivono in povertà potrebbe aumentare di 420-580 milioni, rispetto agli ultimi dati ufficiali registrati per il 2018.

Stime dell'impatto del Covid-19 sulla povertà globale, una nuova ricerca, è pubblicata dall'UNU World Institute for Development Economics Research. Avverte che le ricadute economiche della pandemia potrebbero aumentare la povertà globale di mezzo miliardo di persone, o l'8% della popolazione umana totale. Questa sarebbe la prima volta che la povertà è aumentata a livello globale in trent'anni, dal 1990.

Milioni di persone, ovvero il 10% della popolazione mondiale, vivono ancora oggi in estrema povertà, lottando per soddisfare i bisogni più elementari come la salute, l'istruzione e l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, solo per citarne alcuni. La maggior parte delle persone che vivono con meno di 1,90 dollari al giorno vive nell'Africa subsahariana. A livello mondiale, il tasso di povertà nelle aree rurali è del 17,2%, più di tre volte superiore a quello delle aree urbane. La povertà estrema oggi è concentrata e colpisce in modo schiacciante le popolazioni rurali. È sempre più aggravato da conflitti violenti e cambiamenti climatici. Affrontare le rimanenti sacche di povertà estrema sarà difficile a causa della loro persistenza e complessità, spesso coinvolgendo l'interazione di fattori sociali, politici ed economici.

Anche chi lavora, non ha garantita una vita dignitosa. Infatti, nel 2018, l' 8% dei lavoratori occupati e le loro famiglie nel mondo vivevano in condizioni di estrema povertà. Un bambino su cinque vive in condizioni di estrema povertà. Garantire la protezione sociale a tutti i bambini e ad altri gruppi vulnerabili è fondamentale per ridurre la povertà. Più di un terzo dei lavoratori occupati nell'Africa subsahariana vive ancora con meno di 1,90 dollari al giorno. Nei paesi meno sviluppati e senza sbocco sul mare, almeno un quarto dei lavoratori vive in estrema povertà nonostante abbia un lavoro. I giovani occupati (tra i 15 ei 24 anni di età) hanno maggiori probabilità di vivere in povertà, con un tasso di povertà lavorativa che è il doppio di quello dei lavoratori adulti.

FAME ZERO 2030?

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Il numero di persone che soffrono la fame, misurato dalla prevalenza della denutrizione, ha iniziato ad aumentare di nuovo lentamente nel 2015. Le stime attuali mostrano che milioni di persone hanno fame, ovvero l'8,9% della popolazione mondiale - in aumento di 10 milioni di persone ogni anno, quasi 60 milioni in cinque anni.

Il mondo non è sulla buona strada per raggiungere Fame Zero entro il 2030. Se le tendenze recenti continueranno, il numero di persone colpite dalla fame aumenterano, superando di molto i livelli attuali entro il 2030.

Secondo il Programma alimentare mondiale, 135 milioni soffrono di fame acuta in gran parte a causa di conflitti causati dall'uomo, cambiamenti climatici e recessioni economiche. La pandemia COVID-19 potrebbe ora raddoppiare quel numero, mettendo altri 130 milioni di persone a rischio di soffrire la fame acuta entro la fine del 2020.

Con oltre un quarto di miliardo di persone potenzialmente sull'orlo della fame, è necessario agire rapidamente per fornire cibo e aiuti umanitari alle regioni più a rischio.

Allo stesso tempo, è necessario un profondo cambiamento del sistema alimentare e agricolo globale se vogliamo nutrire centinaia di milioni di persone che soffrono la fame oggi e gli altri 2 miliardi di persone che il mondo avrà entro il 2050. Aumento della produttività agricola e la produzione alimentare sostenibile è fondamentale per aiutare ad alleviare i pericoli della fame.

La cattiva alimentazione e la conseguente debole immunità rendono i bambini particolarmente vulnerabili, mentre i campi affollati possono essere terreno fertile per un contagio dilagante come COVID-19.

Interessante l'articolo di Svegliatevi! 22 luglio 2005 dal tema: "L’impresa di sfamare un miliardo di persone". Due sottotitoli ci hanno coinvolto: "I fatti contano più delle parole" e l'ultimo "Un valido motivo per sperare:"

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Altre Fonti Bibliografiche di questo articolo, consultate o citate nei link collegati:

- www.biodiritti.org No Profit
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www.egm.it No Profit
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Onu
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www.fao.org/ Fao
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www.jw.org Ente Morale Religioso
- ISTAT